Sessualità e neoplasia

La sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano durante tutta la vita. Comprende sesso, identità di genere, orientamento sessuale, erotismo, piacere, intimità e riproduzione. E’ influenzata da fattori biologici, psicologici, sociali, culturali, etici e religiosi. La salute sessuale è la risultante  dell’ integrazione degli aspetti somatici, affettivi, intellettivi e sociali dell’essere sessuato e determina uno stato di benessere fisico ed emotivo. Non consiste nella semplice assenza di malattie, disfunzioni o infermità e prerogativa essenziale è pure la possibilità di vivere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per raggiungere e mantenere la salute sessuale devono essere rispettati e protetti i diritti di ogni essere umano. Svariate condizioni morbose, psicologiche ed organiche, interferiscono con le funzioni sessuali e riproduttive.

La salute sessuale, infine, non deve essere confusa con il concetto di  “normalità” sessuale 

Questo concetto infatti, determina spesso una visione restrittiva circa l’adozione di scelte e inclinazioni sessuali che si discostano dalla cosiddetta “norma”, che è frutto di influssi morali, religiosi e culturali tipici di una determinata società in un determinato periodo.

Circa il 30% degli uomini ha una qualche disfunzione sessuale, in pratica qualunque uomo sperìmenta un disturbo sessuale nel corso della vita e pertanto le disfunzioni sessuali maschili sono un PROBLEMA COMUNE. Possono essere isolate o coesistere in maniera variabile tra loro, possono essere LIFELONG o ACQUISITE e  GENERALIZZATE o  SITUAZIONALI. Dati di  incidenza e prevalenza con ampia variabilità perché gli studi non sono sempre omogenei   (età, razza, condizioni di salute, stili di vita), per il diverso background socio culturale e religioso, per i differenti definizioni/criteri diagnostici, la presenza o meno di partner e per l’ orientamento sessuale,

I disturbi della sessualità spesso sono una spia di altre patologie più gravi ed è importante conoscerli e curarli perché hanno severe ripercussioni sulla vita del paziente e della coppia.

I principali disturbi della sessualità maschile possono colpire le varie fasi della risposta sessuale quali il desiderio, l’erezione, il rapporto e l’orgasmo seguito dalla fase di refrattarietà.

E’ quindi importante menzionare la disfunzione erettile, l’eiaculazione precoce e il disturbo da desiderio sessuale ipoattivo.

La disfunzione erettile è caratterizzata dalla persistente o ricorrente incapacità a raggiungere e mantenere una erezione di rigidità sufficiente a permettere un rapporto sessuale soddisfacente. Deve essere ben distinta dagli altri disturbi della sessualità maschile anche se può presentarsi variamente associata ad essi. E’ presente nel 12-13% della popolazione generale ma la sua prevalenza aumenta con l’aumentare dell’età e in corso di svariate patologie quali la aterosclerosi, l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito, l’obesità, alcune malattie neurologiche, le malattie croniche in generale, le malattie neoplastiche, la depressione e in seguito a interventi chirurgici demolitivi su vescica, prostata e intestino retto. Molte sono le cause psicogene, solitamente prevalenti nei giovani. Molti farmaci inoltre possono causare un disturbo dell’erezione. Nei forti fumatori, nei sedentari e negli obesi il disturbo tende ad essere più frequente. L’eiaculazione precoce è il disturbo sessuale maschile più frequente, colpisce fino al 20-30% degli individui e nel 30% dei casi si associa a disfunzione erettile. In questo disturbo l’ eiaculazione avviene sempre o quali sempre entro un minuto dalla penetrazione con conseguente disagio psicologico del paziente e della partner. Il disturbo sessuale ipoattivo invece è caratterizzato dalla persistente o ricorrente scarsità o assenza di fantasie sessuali e di desiderio per l’attività sessuale, della durata di almeno sei mesi e viene percepito come fortemente disturbante. Anch’esso può essere primitivo o acquisito e generalizzato o selettivo (partner specifico). Nel maschio il disturbo è spesso VISSUTO come RIDUZIONE DI VIRILITA’ confondendo o mettendo sullo stesso piano la fase appetitiva (desiderio) con la fase consumativa (erezione).

Le malattie croniche hanno sempre un effetto negativo diretto e/o  indiretto sulla funzione sessuale, con meccanismi complessi e multifattoriali.

Le neoplasie hanno un impatto spesso devastante sul paziente e le terapie antineoplastiche (chirurgia, chemio, radioterapia) hanno effetti collaterali sulla sessualità; questo ancora di più se le neoplasie  sono a carico dell’apparato genitale (prostata, testicolo, pene). I fattori psicologici peggiorano il tutto. L’ ansia, la depressione, la perdita della serenità nel progettare, la paura di non essere accettati e di creare repulsione o di suscitare sentimenti di pena  sono solo alcuni esempi di quanto può succedere a un paziente neoplastico.

Subito dopo la diagnosi di malattia e nel periodo di terapia la stragrande maggioranza dei pazienti perde interesse per il sesso; in questi momenti tutto l’interesse del paziente è concentrato sul superamento della malattia, sulla sopravvivenza, tutto il resto passa in secondo piano.  Ammalarsi di cancro crea notevoli ricadute sulla sfera sessuale per problemi psicofisici che ricadono anche sul partner e sulla coppia. La prevalenza delle disfunzione sessuali nella popolazione generale  è 10-43% mentre il 40-100% dei malati oncologici soffre di qualche forma di disfunzione sessuale. Questo problema è migliorabile in una buona percentuale di casi. Il 70% dei pazienti con neoplasia vive 5 anni e il 50% circa 10 anni; questi dati spiegano l’ enorme impatto delle neoplasie anche sulla sessualità. L’impatto dei cambiamenti che la malattia determina variano in relazione al significato e valore attribuito dal paziente alla vita sessuale prima della diagnosi di malattia, alla fase della vita, alla sede del tumore, ai trattamenti ricevuti e alla qualità della relazione di coppia. Inoltre spesso vi è mancanza di dialogo o difficile confronto tra operatori sanitari e pazienti in merito alla sessualità, per pudore, vergogna, scarsa conoscenza o scarsa rilevanza del problema.

Anche per il medico la sessualità nel paziente neoplastico è l’ ultimo problema di cui occuparsi. Però una quota di pazienti, dopo trattamento, vorrebbe riprendere l’attività sessuale. Quando possibile, il supporto specialistico, psicologico e farmacologico dei pazienti neoplastici con problematiche sessuali, può avere discreto successo.

Alessandro Oppo

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